giovedì, febbraio 08, 2007

Castro (Lecce, Salento)

Castro si divide in due parti: Castro alta e Castro marina.
Castro alta conserva l'aspetto, la bellezza ed i monumenti di un'importante città, Castro marina si presenta con la stessa forma dell' antico borgo di pescatori, con il suo caratteristico porto, nei pressi del quale si vedono lè grotticelle scavate che servono da magazzini per i pescatori.
Non è raro trovarli mentre stendono le reti per ripararle.

Il mare di Castro (Lecce, Salento)

Il mare di Castro, trasparente e meraviglioso, attira ogni anno migliaia e migliaia di turisti, alla continua ricerca di una roccia libera nei dintorni del paese per godere del caldo sole salentino.
Molti turisti si intrattengono anche presso il porticciolo del paese, sdraiandosi al sole.

La storia di Castro (Lecce, Salento)

Castro alta ricorda le antiche origini del paese.

Il Castello, aragonese, ricorda anche l'origine del nome. Castrum in latino è riferito alla fortificazione e la vicina Vignacastrisi ricorda l'esistenza delle "vinee castrensis" le fortificazioni in forma di fossati e trincee che difendevano la rocca. La Cattedrale romanica della SS. Annunciata risaie, per alcune parti, al 1171, all' interno mostra dipinti del XV secolo, come la Pietà del 1591,il cinquecentesco altare (nella porta laterale) di Antonio Gattinara. L'esterno mostra tutta la finezza decorativa tipica del romanico-gotico pugliese, con il bel rosone, gli archetti ciechi e le raffinate decorazioni. Accanto troviamo i resti di un'edicola bizantina del X secolo. L'episcopio testimonia la presenza a Castro del Vescovo. Si sa che nel 681 Castro è sede vescovile per volere di San Leone II.

Le notizie sui vescovi di Castro sono frammentarie. Nel 1179 troviamo il Vescovo di Castro, assieme a quello di Otranto, al Concilio Lateranense tenuto da Alessandro II. Nel 1219 una bolla di Onorio III chiama il Vescovo di Castro come giudice in un contenzioso che riguarda l'Abate del monastero di Sant'Andrea ed il Vescovo di Brindisi. Nel 1255 troviamo Pellegrino I vescovo di Castro, trasferito a Brindisi nel 1267. Nel 1295 fu nominato Giovanni II che fu ucciso da un canonico di Otranto, di nome Ettore "... intruso, pressava dispoticamente quella chiesa, coadiuvato dalle autorità laiche..." che vessò la diocesi fino ai tempi di Benedetto XI. Tra gli altri ricordiamo 1259 Ruffino Gorgoni, 1303 Giacomo I de Noha che muore subito e viene sostituito da Luca di Napoli, 1446 Francesco Antonio I De Marco dei Baroni di Casamassella, 1453 Nicola II de Pino. 1565 il Vescovo Luca Antonio Resta, di Mesagne, che, a causa delle rovine apportate dai turchi, trasferì la sede Vescovile, nel 1572, presso Poggiardo. L'ultimo vescovo ai Castro, insigne matematico, membro e corrispondente dell'Acadèmie Francaise. In seguito la diocesi fu retta dal vicario don Vincenzo Guglielmi e poi abolita col concordato del 1818.


Una tradizione abbastanza consolidata riferisce che qui esisteva un tempio dedicato a Pallade Atena. La storia tramanda dell'esistenza presso Castro di un'importante strada, la Sallentina o Troiano-Appula. Essa si snodava verso Patù per dodici miglia ed in direzione di Otranto per dieci miglia. La storia di Castro è legata a quella di Otranto,
infatti, molte vicende storiche hanno riguardato entrambe le città costiere. Con la divisione dell'impero romano Castro vede tra le sue mura le truppe imperiali bizantine, nel 378 subisce l'assalto degli Alani e degli Ostrogoti capitanati da Frigiterno. Nel 456 arrivano i vandali. Castro viene conquistata dagli Arabi, diviene la loro "Al Gatara", la domineranno per undici anni, fino a quando non sarà liberata da Ludovico II. Nel 1046 arrivano i Normanni che se la contenderanno con i Bizantini fino al 1068. Nel 1102 i Veneziani ne fanno uno dei loro porti.



Il porto di Castro è naturalmente profondo, quindi adatto ai grandi mercantili antichi, per proteggerlo si rese necessaria la costruzione di una rocca, pare già in tempi molto antichi. La rocca romana divenne bizantina, araba e normanna. I registri angioini del 1282 lo considerano "castello d'importanza nazionale". L'attuale castello fu riedificato, quasi per intero, dai feudatari Gattinara nel 1572 con pianta quadrata e rinforzi ai quattro spigoli. Fu poi rinforzato da Don Pedro di Toledo. Al centro venne costruita la residenza del Conte e della Contessa di Lemos e Castro, che il vescovo del Duca descrive come "cadente e semidiruta" nei 1780, chiedendo fondi per il restauro a Rè Ferdinando IV. Era circondato da un ampio fossato e fornito di mura poderose. Ancora oggi, domina dall'alto una gran parte dell'Adriatico. Castro marina è impreziosita, oltre che dal suo porto attrezzato, dai numerosi luoghi di balneazione di notevole bellezza come Punta Sorgenti e Fiumi. Altre grotte si nascondono nella costa alta come la Grotta del Conte, la Grotta Giustina ed il Canale della Palummara. La toponomastica lascia intuire un altra delle caratteristiche ài Castro: la presenza di numerose sorgenti d'acqua dolce: Corrente di Castro, Pozzo Crapamontu, L'Abissu ed i Fiumi dell'Acquaviva. L'Acquaviva, dalle acque fredde e tonificanti (anche in agosto) è una delle più belle località balneari: una piccola gola di circa duecento metri in cui penetra il mare circondata da una vegetazione lussureggiante.

Dal 1537 Castro subisce un lento declino a tutto vantaggio di Poggiardo, ma resiste alle molte "intemperie". Sono le disgrazie che dall'ottocento fino ai primi del novecento si abbattono su Castro a farle perdere la sua dimensione di vivace cittadina fino a farla diventare un piccolo borgo.